L’importanza di diffondere il messaggio d’italianità nel mondo, il futuro della nicchia e la necessità sempre più impellente di salvaguardare la proprietà intellettuale, nel complesso universo della profumeria contemporanea. È su questi cardini che verte l’intervista che Luca Maffei, Naso Profumiere e CEO di Atelier Fragranze Milano, ci ha concesso aprendoci le porte del suo osservatorio privilegiato.
Qual è la visione di Atelier Fragranze Milano, oggi?
La nostra visione punta al consolidamento e al divenire un punto di riferimento per la profumeria italiana, intesa come insieme di creatività, produzione e innovazione, da sviluppare interamente sul territorio italiano. Crediamo fortemente nel concetto di Made in Italy e nell’importanza di diffondere il messaggio d’italianità nel mondo. Infatti, qualche anno fa, abbiamo deciso di fondare la nostra sede nel centro di Milano, orgogliosi della nostra città, puntando il focus proprio sul DNA milanese. Tutto questo si traduce concretamente nell’avere la parte creativa e il know how della produzione in loco, seguendo un progetto di sourcing di materie prime in Italia, per chiudere il cerchio sulla tracciabilità del prodotto, assicurandogli autenticità, coerenza e trasparenza.
Che evoluzione avrà la nicchia negli anni a venire?
Tutto fa pensare che sia destinata ad affermarsi sempre più. Personalmente, preferisco definirla “profumeria artistica” perché nicchia è un termine che indica uno spazio ristretto, per pochi. L’affermarsi della profumeria artistica ha dimostrato, invece, che il profumo può (e deve) essere per tutti. La differenza la farà la “cultura olfattiva”: si delineeranno i mondi dell’e-commerce e del fast fashion per i consumatori che desiderano il prodotto fine a sé stesso, mentre aumenteranno gli appassionati del settore che avvertiranno il desiderio di approfondire la conoscenza del profumo, nei punti vendita fisici o visitando i laboratori olfattivi (come Atelier Fragranze Milano, che è stato pioniere nella divulgazione olfattiva).

Può illustrarci l’importanza del premio internazionale The Art and Olfaction Awards, che si è aggiudicato per la terza volta, su un totale di nove edizioni?
È sempre una grande emozione veder riconosciuti il proprio lavoro e la propria creatività in una manifestazione internazionale, a cui partecipano Aziende e Nasi provenienti da tutto il mondo. Le votazioni avvengono interamente in blind test, leggendo le evocazioni, giudicando, così, la parte comunicativa e artistica, oltre ai parametri tecnici come performance, spinta, armonia e tenuta. Il premio racchiude tutti gli aspetti che più mi affascinano di questa professione: immagino il Naso come un attore, l’interprete che recita la parte, dandole vita il più fedelmente possibile. In un periodo storico di grande espansione come quello che stiamo vivendo, diventa sempre più impellente la necessità di riconoscere il mondo della profumeria come una forma d’arte, tutelando la proprietà intellettuale dei Nasi Profumieri che, con il loro lavoro, garantiscono innovazione, senza la quale non può esistere evoluzione.



