L’olio essenziale di questo agrume, esclusivo della costiera reggina e ionica calabra, utilizzato in due terzi dei profumi femminili e in metà di quelli maschili, viene prodotto da Capua 1880. L’azienda, operativa da cinque generazioni e all’avanguardia per le tecnologie utilizzate, la qualità e la sostenibilità dei suoi distillati, ha di recente attivato un nuovo stabilimento triplicando la produzione. L’AD Rocco Capua ci parla dei traguardi raggiunti e di quelli futuri.




Assomiglia a un’arancia, anche se di dimensione più piccola, e sfoggia una colorazione che a completa maturazione è simile al limone. Il Bergamotto ha origini antichissime ma resta sconosciuta la sua origine botanica, gli studiosi ipotizzano che sia nato dalla mutazione naturale dell’arancio amaro. Ma dove e quando ciò sia avvenuto nessuno lo sa.
Né si sa come mai questa pianta abbia scelto proprio la zona più a sud della Calabria, la fascia costiera della provincia di Reggio Calabria sul mare Jonio per crescere e fruttificare in maniera quasi esclusiva, fornendo il 95% circa della produzione mondiale. Un’esclusività di certo dovuta anche al microclima di questa zona e ai suoi terreni alluvionali ricchi di sostanze minerali.
Oltre ad avere doti terapeutiche (è antibatterico e antinfiammatorio e svolge un’azione preventiva delle malattie metaboliche e circolatorie) e di aromatizzante alimentare, il bergamotto è noto per il suo olio essenziale, conteso da maison della profumeria come Guerlain, Chanel e Dior.
È la quinta generazione famigliare a gestire Capua 1880. Com’è nata l’azienda, con quali obiettivi iniziali e come si è sviluppata nel corso di quasi un secolo e mezzo?
L’azienda è stata fondata nel 1880 dai miei avi Domenico e Caterina Capua, da sempre appassionati degli oli essenziali agrumari tra i quali il bergamotto. Ma è con le generazioni successive, soprattutto la terza, che la società conquista la leadership mondiale, collaborando con le più grandi multinazionali del settore Fragrances & Flavors e distribuendo oli essenziali d’agrumi in oltre 54 Paesi in tutto il mondo. Visto che la produzione avviene interamente in Italia, per servire i clienti in America e Sud-Est Asia, disponiamo di un’ampia rete di filiali. Le più recenti sono negli Stati Uniti, in New Jersey e a Singapore. Dal 2021 disponiamo anche di un nuovo stabilimento, con un sito estrattivo di 24mila mq, che ci ha permesso di triplicare la nostra produzione. Dispone delle tecnologie più all’avanguardia per estrarre olio essenziale e succhi, oltre che di pannelli solari ed energie rinnovabili.
L’olio essenziale di bergamotto è il cuore della vostra produzione. Quali sono le fasi della lavorazione e i volumi prodotti?
Il primo step è la raccolta del frutto: un processo interamente manuale, senza supporti tecnici, per preservarne la qualità. In seguito appositi macchinari a freddo (pelatrice/sfumatrice/torchio) ci permettono di estrarre l’olio essenziale dalla buccia. I volumi di olio di bergamotto prodotti in Calabria ammontano a circa 180 tonnellate annuali. Di questa quantità Capua 1880 tratta il 60% circa.
Per ottenere 500 grammi di olio, quanti agrumi sono necessari? E gli scarti vengono riutilizzati?
Per 500 grammi di essenza bisogna trattare 100 chilogrammi di frutto fresco. Gli scarti vengono rivalorizzati. Con il succo viene fatta un’estrazione a base alcolica per enfatizzare l’aspetto olfattivo. Con le bucce esauste si effettua un’estrazione delle pectine e dei flavonoidi per le applicazioni farmaceutiche.



Cos’è la lavorazione a spugna?
È la più antica pratica per l’estrazione dell’olio essenziale di bergamotto. Consiste nel pressare le bucce dell’agrume su una spugna marina che, una volta satura, lo fa gocciolare in un coppo di terracotta. Questa metodica è ancora utilizzata, ma solo per alcuni clienti e con quantità molto ridotte, perché interamente manuale e quindi più costosa.
Oltre che dalla profumeria, l’olio essenziale di bergamotto è richiesto anche da altri settori?
Sì, l’olio essenziale di bergamotto è richiesto anche dal settore degli aromi/alimentare. Il prodotto più conosciuto è sicuramente il The Earl Grey.
Come mai è l’agrume più pagato al mondo per quel che riguarda l’utilizzo industriale?
Il prezzo è sicuramente dovuto alla limitazione quantitativa oltre alla qualità e unicità del frutto.
Producete altri oli essenziali?
Sì, la nostra azienda si occupa della produzione di oli essenziali di tutti gli agrumi italiani: arancio, mandarino, tangerino, limone, cedro… Abbiamo una tenuta che si estende per 30 ettari ed è considerata un giardino didattico dove studiamo tutte le migliori tipologie di coltivazione inerenti gli agrumi. Le informazioni vengono condivise con tutti i nostri partner e produttori locali, attualmente oltre 800.
Quale percentuale del fatturato investite in ricerca, sviluppo e nuove tecnologie?
Mediamente l’investimento per la ricerca e sviluppo è del 5% circa sul totale del fatturato. Tra le tecnologie più recenti messe a punto dalla società, ricordiamo la cosiddetta “Nat Profile”, che ci permette di catturare le molecole olfattive volatili presenti nel succo degli agrumi e il nuovo impianto di separazione molecolare che consente di concentrare gli oli essenziali, tanto da raddoppiare la capacità produttiva. E più recentemente “NatInfuse” tecnologia che ci permette di catturare le molecole olfattive tramite un’infusione sotto pressione.

Quali sono le politiche di sostenibilità che state portando avanti?
La sostenibilità è un pilastro fondamentale della nostra azienda, per questo abbiamo implementato diverse iniziative volte a migliorare l’impatto ambientale e so-ciale della nostra filiera produttiva:
- Codice degli Agrumi: è il nostro progetto di coevoluzione della filiera agricola, il cui obiettivo è avvicinare gli agricoltori alle pratiche sostenibili. Attraverso questo programma, identifichiamo i temi chiave per la sostenibilità delle aziende agricole e creiamo cluster di miglioramento, favorendo così l’adozione di pratiche più responsabili e resilienti.
- PCF – Product Carbon Footprint: abbiamo calcolato l’impronta di carbonio sulla maggior parte dei nostri prodotti per identificare le aree di miglioramento in termini di emissioni di CO2. Questo per consentirci di mettere in atto azioni mirate a ridurre il nostro impatto sul cambiamento climatico e, al contempo, supportare i nostri clienti nel calcolo del loro Scope 3, contribuendo a una fi-liera più trasparente e sostenibile.
- Certificazione B Corp: siamo attualmente nella fase finale di valutazione da parte di B Lab per ottenere la certificazione B Corp, un riconoscimento riservato alle aziende che rispettano elevati standard di performance sociale e ambientale, trasparenza e responsabilità. Questa certificazione rafforzerà il nostro impegno nella creazione di un impatto positivo per le persone e il pianeta.
Il bergamotto contiene in natura le furocumarine che sono fototossiche, con quale tecnica riuscite a eliminarle dal prodotto finale?
Tramite l’ausilio di “evaporatori molecolari” che ci permettono di frazionare il prodotto riducendo e/o eliminando completamente le sostanze in questione.
È vero che realizzate anche qualità diverse di bergamotto in funzione del periodo?
Sì, in base al momento del raccolto e alla zona della piantagione, la qualità dell’olio essenziale varia sia analiticamente che olfattivamente.
Come potrebbe ancora sorprenderci il futuro di questo agrume?
Grazie alle attività avviate dalla nostra azienda a supporto dell’agricoltura sostenibile e sempre in collaborazione con la Facoltà di Agraria e una grande multinazionale del settore, avremo la possibilità, dalla campagna agrumaria di quest’anno, di proporre le prime quantità di olio essenziale di bergamotto certificato sostenibile da un ente accreditato.


