È appena entrato in vigore un nuovo regolamento della Commissione Europea che a tutela dei consumatori limita l’utilizzo di alcune sostanze con potenziali proprietà di interferenza endocrina nella formulazione dei prodotti cosmetici. Tra queste, la vitamina A da sempre considerata essenziale per il benessere della pelle, grazie alle sue proprietà antiossidanti e anti-invecchiamento
Questione di qualità, ma soprattutto di quantità: così si può sintetizzare la motivazione che ha portato
l’Europa ad occuparsi nuovamente di formulazioni cosmetiche con il nuovo Regolamento (UE) 2024/996, entrato in vigore il 23 aprile 2024. Con questo intervento la Commissione Europea modifica infatti il precedente Regolamento (CE) n. 1223/2009 riguardo all’uso della vitamina A, dell’Alpha-Arbutin, dell’Arbutin e di alcune sostanze con potenziali proprietà di interferenza endocrina nei prodotti cosmetici.
Quattro gli allegati modificati: dall’elenco dei filtri UV autorizzati nei prodotti cosmetici (allegato VI) viene cancellata la canfora, inserita invece nell’elenco delle sostanze vietate (allegato II). Tra i conservanti autorizzati nei prodotti cosmetici (allegato V) viene ridotta la percentuale della concentrazione massima nei preparati di Triclocarban e Triclosan.
Il gruppo di modifiche più corposo è quello riguardante gli ingredienti inseriti nell’allegato III, che riporta l’elenco delle sostanze il cui uso è vietato nei prodotti cosmetici, salvo entro determinati limiti: tra di esse compaiono i tre tipi di retinolo – conosciuti come Retinol, Retinyl Acetate e Retinyl Palmitate secondo la nomenclatura internazionale degli ingredienti cosmetici (INCI) – sostanze nel loro insieme note come vitamina A e utilizzate nelle formulazioni cosmetiche come agenti condizionanti per la pelle.
Non solo: viene espressamente indicato che qualsiasi prodotto cosmetico che le contenga deve riportare in etichetta la dicitura “Contiene vitamina A. Tenere presente l’assunzione giornaliera complessiva prima di farne uso”.
Una precauzione necessaria
Le ragioni di questa limitazione e dell’avvertimento ai consumatori sono riconducibili ai pareri espressi in un precedente rapporto del comitato scientifico della sicurezza dei consumatori (CSSC): si tratta di un comitato indipendente di esperti che supporta la Commissione Europea nella valutazione dei rischi legati alle sostanze impiegate nelle formulazioni dei prodotti.
Secondo il CSSC “la vitamina A è sicura nei prodotti cosmetici fino a concentrazioni pari allo 0,05% di RE (retinolo equivalente) nelle lozioni per il corpo, e allo 0,3% di RE negli altri prodotti da non sciacquare e da sciacquare”. La sua assunzione attraverso i cosmetici però – sempre secondo il CSSC – può essere motivo di preoccupazione per i consumatori che hanno un’esposizione più elevata a questa sostanza assumendola anche da alimenti e integratori alimentari (circa il 5% della popolazione totale).
L’avvertenza diventa quindi di fondamentale importanza, ancor più considerando il fatto che ormai sempre più persone fanno uso e molto spesso abuso di integratori vitaminici, scegliendoli in modo superficiale e senza aver prima verificato, attraverso opportuni controlli medici, se il loro organismo presenti effettivamente delle particolari carenze.
Non bisogna dimenticare inoltre che le sostanze che hanno potenziali proprietà di interferenza endocrina contenute nei cosmetici vanno a sommarsi a quelle provenienti da diverse fonti non solo alimentari, ma anche ambientali. La valutazione della sicurezza deve quindi tenere conto dell’esposizione complessiva derivante da tutte le fonti.
Interferenti endocrini: un pericolo diffuso
Fino a poco tempo fa non se ne parlava molto, ma progressivamente l’attenzione e la preoccupazione nei loro confronti è cresciuta, e oggi sono oggetto di numerosi programmi di ricerca in tutto il mondo. Gli interferenti endocrini sono sostanze – artificiali o presenti in natura – esterne al nostro organismo, che venendo in contatto con esso in vari modi intercettano negativamente il funzionamento del sistema endocrino in diversi ambiti: ormonale, metabolico, nervoso, immunitario ed altri ancora.
Un’altra loro preoccupante caratteristica è quella di essere sempre più presenti nella nostra vita quotidiana: oltre che nei cosmetici, nei cibi e nei loro contenitori (in primis quelli di plastica) nell’ambiente (aria, acqua, suolo) ed anche nell’abbigliamento (a causa dei trattamenti chimici effettuati sui tessuti). Proprio per questo motivo, anche se entriamo in contatto con dosi infinitesimali di queste sostanze, è particolarmente elevato il rischio di un accumulo e di una sinergia che giorno dopo giorno finiscono col produrre rilevanti effetti negativi.
Come si è detto, la problematica degli interferenti endocrini nei cosmetici era già presente nella prima
versione del Regolamento (2009). Il nuovo Regolamento da poco entrato in vigore – il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea – ne conferma l’importanza e l’urgenza.
Vengono comunque concessi all’industria dei periodi di transizione (più estesi in particolare per i prodotti contenenti i vari tipi di Retinolo) perché, come si legge nelle considerazioni finali “tali sostanze non presentano rischi immediati per la salute, dato che le concentrazioni con cui sono utilizzate nei prodotti cosmetici attualmente disponibili sul mercato non superano le concentrazioni che il CSSC ritiene sicure e poiché scadenze più brevi comporterebbero il ritiro e la distruzione di prodotti cosmetici con costi finanziari e ambientali sproporzionati”.